Mod. SR16 - Compilabile con istruzioni
La formula serve per recedere dal rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a partire dalla data di entrata in vigore della riforma del lavoro "Fornero" (18/07/2012).
L’efficacia delle dimissioni è sospensivamente condizionata: a) o alla convalida effettuata presso la Direzione territoriale del lavoro o il Centro per l’impiego territorialmente competenti; b) o alla convalida effettuata presso le sedi individuate dai contratti collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale; c) o alla sottoscrizione di apposita dichiarazione della lavoratrice o del lavoratore apposta in calce alla ricevuta di trasmissione della comunicazione di cessazione del rapporto di lavoro di cui all’articolo 21 della legge 29 aprile 1949, n. 264. Con decreto ministeriale possono essere individuate ulteriori modalità semplificate.
La formula serve per porre fine consensualmente al rapporto di lavoro. E' nesessario che datore di lavoro e lavoratore che siano d'accordo nel cessare il rapporto di lavoro subordinato.
L’efficacia della risoluzione consensuale è sospensivamente condizionata:
a) o alla convalida effettuata presso la Direzione territoriale del lavoro o il Centro per l’impiego territorialmente competenti;
b) o alla convalida effettuata presso le sedi individuate dai contratti collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale;
c) o alla sottoscrizione di apposita dichiarazione della lavoratrice o del lavoratore apposta in calce alla ricevuta di trasmissione della comunicazione di cessazione del rapporto di lavoro di cui all’articolo 21 della legge 29 aprile 1949, n. 264. Con decreto ministeriale possono essere individuate ulteriori modalità semplificate.
Luca Pacioli ha "inventato" il sistema contabile della cosiddetta "partita doppia": Il frate, nato a Sansepolcro nel 1445, insigne matematico ed umanista al pari di Piero della Francesca e di Leonardo, scrive "Mai si deve mettere in dare che quella ancora non si ponga in avere, e così mai si deve mettere cosa in avere che quella ancora quella medesima con suo ammontare non si metta in dare. E di qua nasci poi al bilancio che del libro si fa: nel suo saldo tanto convien che sia il dare quanto l'avere". |